L’unico test capace di scovare le anomalie cardiache ancora prima della nascita!
Le future mamme con una condizione a rischio hanno un alleato affidabile per lo screening cardiaco del nascituro: l’ecocardiografia fetale.
Si tratta di un esame in grado di diagnosticare la maggior parte delle cardiopatie congenite del feto, che il ginecologo consiglia quando c’è il sospetto di difetti cardiaci nel piccolo non ancora nato.
L’esame si svolge tra la 20° e la 22° settimana di gestazione, dopo l’ecografia morfologica.
Chi deve sottoporsi all’esame?
Non tutte le madri incinte hanno bisogno di un’ecocardiografia fetale. L’esame è indicato come misura precauzionale nel caso in cui ci sia il sospetto che il feto possa avere malformazioni o malattie a carico del cuore e dei grandi vasi.
In particolare, esistono delle condizioni che possono aumentare il rischio che il piccolo sviluppi un’anomalia cardiaca:
- Storia familiare di cardiopatia congenita
- Presenza di un’anomalia cromosomica o genetica del feto
- Assunzione di farmaci che possono causare difetti cardiaci congeniti
- Diabete
- Rosolia durante la gravidanza
- Infezioni
- Translucenza nucale aumentata
- Gemellarità monocoriale
Come si esegue
Si passa una sonda ecografica sull’addome per svolgere una valutazione anatomica del cuore, cui segue uno studio funzionale.
Quanto dura
La durata è variabile, ma di norma occorrono tra i 30-40 minuti.
L’esame è rischioso?
No, si tratta di una metodica molto sicura che non produce effetti nocivi sul feto.
Preparazione
Non serve una preparazione specifica, ma si consiglia di portare con sé la documentazione relativa agli esami precedenti per un’eventuale comparazione dei referti.
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